Trump e Musk: il sovranismo che divora i suoi testimonial
L'ascesa e la rottura tra Trump e Musk svela la fragilità dei sovranismi dominati dall’ego e incapaci di gestire alleati autonomi. E la consueta rassegna stampa.
Nell’universo dei sovranismi contemporanei, la relazione tra Donald Trump ed Elon Musk è stata più di una semplice alleanza. Ha rappresentato un esperimento politico su scala globale, un matrimonio di interesse tra due egolatri convinti di poter modellare la realtà a propria immagine. Dal 2022, Musk abbandona progressivamente la sua storica simpatia per i Democratici (Obama, Clinton, Biden) e diventa il principale finanziatore di Trump per la corsa del 2024, con oltre 250 milioni di dollari versati e un impegno mediatico plateale: comizi, cappellini MAGA, entusiasmo in diretta televisiva. Dopo il tentato omicidio di Trump in Pennsylvania, Musk alza la posta: 45 milioni di dollari al mese alla campagna di rielezione.
La "bromance" diventa istituzionale con la nomina di Musk a capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), un ufficio creato su sua proposta per ridurre sprechi e frodi federali. Formalmente "special government employee" con un limite di 130 giorni lavorativi l’…
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