Rubare l'infanzia: il crimine più vigliacco
Un programma di adozione di Putin che si chiama deportazione
Non c’è guerra che non si mangi l’innocenza. Eppure ci sono crimini che riescono a superare la più pessimistica immaginazione. Un rapporto dell’Università di Yale, pubblicato ieri, accende la luce: un programma sistematico di deportazione e adozione forzata di bambini ucraini, orchestrato direttamente dal Cremlino. Non è un errore, né un incidente collaterale. È un’operazione pianificata, finanziata e giustificata come un atto “patriottico e umanitario”.
Le prove raccolte sono tanto solide quanto scioccanti. Documenti trapelati, immagini satellitari, comunicazioni intercettate e analisi dei metadati delineano una catena di comando che arriva fino al presidente Vladimir Putin e alla sua commissaria per l’infanzia, Maria Lvova-Belova. La Corte penale internazionale aveva già emesso un mandato di arresto per entrambi lo scorso marzo, accusandoli di crimini di guerra. Oggi quel mandato assume una gravità ancora maggiore.
L’infanzia rubata
I ricercatori di Yale hanno i…
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