Ora Trump ha le sue camicie nere?
Negli Usa si discute (molto più che da noi) della liberazione delle persone coinvolte nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021
Una piccola soddisfazione. I giornali di oggi aprono quasi tutti in prima pagina con i primi provvedimenti di Donald Trump che su Diario di bordo (qui) avevamo analizzato già ieri di prima mattina. Una delle principali differenze tra le analisi della stampa italiana e quella Usa è la reazione alla liberazione degli assalitori di Capitol Hill. In questo numero di Diario di bordo del 7 gennaio (qui) sottolineavo come da noi fosse sottovalutata la portata di quell’evento.
Nel primo atto simbolico del suo secondo mandato, Donald Trump ha deciso di graziare quasi 1.600 persone coinvolte nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, inclusi leader di gruppi estremisti come Enrique Tarrio dei Proud Boys e Stewart Rhodes degli Oath Keepers. Il gesto del tycoon, acclamato dai suoi sostenitori come una promessa mantenuta, è stato descritto da esperti come un evento capace di alimentare una nuova stagione di violenza politica e radicalizzazione negli Stati Uniti.
Secondo Jacob Ware, ricercatore del Council on Foreign Relations, i leader liberati non solo ritornano con una legittimità costruita sull’“esperienza” di aver sfidato il governo, ma rafforzano anche il senso di martirio che diventa una potente leva per il reclutamento. “Questa mossa renderà il contrasto al terrorismo domestico molto più complesso, non solo nei prossimi quattro anni, ma anche oltre”, ha avvertito Ware.
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