Nonostante la denuncia del ministro Valditara oggi sono ancora più convinto della critica che gli ho rivolto
Le indicazioni per la scuola del ministro e il disegno che molti intravedono
Questo numero di Diario di bordo esce con un giorno di ritardo perché ha dovuto passare il vaglio di un legale a fronte della denuncia in sede civile che il ministro dell’Istruzione Valditata ha sporto nei miei confronti. Ne ho scritto giù qui e qui. Mi era stato sconsigliato di scrivere del ministro ma sono convinto che il fine delle querele intimidatorie sia di instillare il germe dell’autocensura. “Conviene non parlare di [x] finché non si calmano le acque” è la negazione del giornalismo che per sua natura deve stare nelle acque agitate e possibilmente agitarle.
Questo numero di Diario di bordo avrebbe potuto essere l’editoriale in prima pagina del giornale per cui scrivo (invece oggi ho scritto questo) ma un quotidiano di medie dimensioni non può prendersi la responsabilità economica (badate bene: economica) di essere subissato da denunce in sede civile che ne compromettono i già fragili bilanci.
Questo numero di Diario di bordo avrebbe potuto essere ospitato su qualche quotidiano per cui scrivo ma le collaborazioni giornalistiche nella gran parte dei casi non prevedono nessuna manleva. Le cosiddette SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation) sono azioni legali strategiche intentate con l'obiettivo di scoraggiare, intimidire o mettere a tacere chi esercita il diritto di espressione, in particolare giornalisti, attivisti, o chi denuncia illeciti o abusi di potere. Queste cause non mirano necessariamente a vincere in tribunale, ma a sfruttare il costo economico, il tempo e lo stress psicologico di un procedimento legale per zittire o indebolire la controparte. Chi le promuove spesso è una figura di potere, come aziende, politici o altri soggetti influenti, e le utilizza come strumento per evitare critiche o impedire indagini su comportamenti controversi.
Quindi questo numero di Diario di bordo esce su Diario di bordo perché questo è il luogo più sano, accogliente e protetto in cui io possa scrivere un articolo del genere. E questo è tutto quello che c’è da dire sullo stato del giornalismo, della politica e dei loro rapporti.
Cominciamo.
L’altro ieri ho pubblicato sui miei social un veloce giudizio sul contenuto dell’intervista del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara al quotidiano Libero.
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