Negli USA il rapimento è di Stato
Deportazioni arbitrarie, sequestri di studenti e repressione del dissenso: negli Stati Uniti di Trump chi sostiene la causa palestinese letteralmente scompare. E la consueta rassegna stampa.
Negli Stati Uniti di Donald Trump, il confine tra giustizia e persecuzione politica si assottiglia fino a scomparire. La cronaca recente, riportata da Al Jazeera il 9 aprile 2025, documenta una serie di episodi che segnano una deriva inquietante: deportazioni forzate, detenzioni arbitrarie, sparizioni temporanee di studenti e accademici diventano strumenti di repressione politica, soprattutto contro chi osa criticare Israele o sostenere la causa palestinese.
Deportazioni ed errori deliberati
Il caso di Kilmar Abrego Garcia, cittadino salvadoregno di 29 anni, rappresenta un simbolo di questa nuova stagione. Viveva negli Stati Uniti da oltre dieci anni, sposato con una cittadina statunitense e padre di un bambino autistico di cinque anni. È stato deportato “per errore amministrativo” in El Salvador, dove è finito nel CECOT, il centro di detenzione per presunti terroristi orgoglio del presidente Nayib Bukele, definito il “più cool dei dittatori”. Un errore che l’amministrazione statunitens…
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