Le Olimpiadi invernali di Cortina hanno un piano di riserva. A New York.

Non è uno scherzo: se la pista di bob non sarà pronta bisognerà attraversare l'oceano

"Certo, mi piacerebbe molto gareggiare a Cortina", ha scritto in un'e-mail la quattro volte olimpionica statunitense di bob Elana Meyers Taylor. "Ma l'attrazione di gareggiare sulla mia pista di casa un'ultima volta è incredibile".

Non è un scherzo. L’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026 è in ritardo. Niente di nuovo. L’organizzazione dei grandi eventi che comportano un enorme impatto in termini di costi, di sforzi organizzativi e di trattative politiche dalle nostra parti va sempre per le lunghe. Arrivare in ritardo significa anche inevitabilmente dover accelerare («snellire», dicono loro) la burocrazia. Costi che lievitano, controlli che si allentano: non è difficile immaginare come mafie, corrotti e corruttori si lecchino i baffi.

La pista da bob di Cortina è un caso scuola: nata con un costo previsto di 50 milioni di euro, è lievitata fino a 120 milioni. Non è solo questione di denaro pubblico: è una questione di priorità. Si tagliano alberi, si consu…