La geografia della crisi: l’Italia smantella il lavoro, pezzo dopo pezzo
Dai motori ai macchinari, dai tessuti all’acciaio: un Paese che si spegne






L’Italia della produzione arranca, ma sembra che nessuno voglia guardare. Si parla di industria solo quando fa comodo, quando si tratta di teorizzare economie di guerra o di glorificare miracolose rinascite che restano sulla carta. Ma nel frattempo il tessuto industriale del Paese si sfalda, i salari reali si assottigliano, e migliaia di lavoratori restano sospesi tra cassa integrazione e precarietà. È la geografia della crisi che si allarga come una macchia d’olio e che la Cgil, con i numeri alla mano, ha messo nero su bianco. La situazione non riguarda solo una categoria o un settore: è un effetto domino che investe ogni ambito produttivo, dall’industria pesante al tessile, dall’automotive all’agroalimentare, fino alla chimica e all’elettronica.
Il crollo dell’automotive e l’effetto domino
L’industria automobilistica è la prima vittima della tempesta perfetta. Stellantis ha ridotto la produzione in più stabilimenti, lasciando operai e indotto in ginocchio. A Cassino i lavoratori sono …
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