India e Pakistan: una guerra che aspetta solo una scusa
A proposito di guerre: cosa sta accadendo, spiegato. E poi la consueta rassegna stampa.
Il 22 aprile, ventisei turisti sono stati uccisi a Pahalgam, nel cuore del Kashmir indiano. Due giorni dopo, Narendra Modi, in campagna elettorale nello stato del Bihar, ha alzato la voce in inglese: “Puniremo ogni terrorista e chi lo protegge. Ovunque si trovi.” Un messaggio più per l’esterno che per il Pakistan, cui l’India attribuisce da sempre la regia degli attacchi nella regione. Un proclama che annuncia più di una vendetta: segnala che la polveriera Kashmir è di nuovo pronta a esplodere.
L’attacco di Pahalgam, il più sanguinoso degli ultimi vent’anni nella regione, ha risvegliato un copione conosciuto: l’India accusa il Pakistan, promette rappresaglie, il Pakistan minaccia ritorsioni. Ma questa volta il contesto è molto più instabile di quanto lo fosse nel 2019, quando la crisi venne disinnescata solo grazie alla fortuna e a un intervento diretto degli Stati Uniti. Oggi quella fortuna non basta più.
Il ritorno al punto di rottura
Nel 2019, dopo un attacco suicida che uccise 40 par…
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