Il Ponte dei clan
Bonelli accusa: tra i terreni espropriati per il Ponte ci sono quelli dei clan. E il governo lo sapeva. Ma ha fatto finta di nulla. E poi la consueta rassegna stampa.
Angelo Bonelli non urla, non agita il cappello. Nomina. Espone. Accusa. E, proprio per questo, il suo intervento è una bomba. Il deputato di Alleanza Verdi Sinistra ha portato in Parlamento nomi, mappe catastali, relazioni, atti pubblici. Ha parlato di cave, rifugi di latitanti, vecchi summit criminali nei casolari di Villafranca Tirrena. Ha scritto alla presidente del Consiglio. E ha fatto una domanda che non può restare inevasa: perché i terreni intestati a figure legate a Cosa Nostra e ‘Ndrangheta sono compresi tra quelli da espropriare per la costruzione del Ponte sullo Stretto?
Secondo Bonelli, il Ministero delle Infrastrutture guidato da Salvini sapeva da oltre un anno della presenza mafiosa tra i proprietari delle terre. Eppure, nessuno ha detto nulla. Nessuno ha bloccato le procedure. Nessuno ha preteso un filtro antimafia preventivo. Il ponte – ha detto Bonelli – rischia di essere il più grande trasferimento di denaro pubblico alle cosche dai tempi della Salerno-Reggio Calabri…
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Diario di bordo - di Giulio Cavalli per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.