Luci e ombre di Robert Prevost prima di diventare Leone XIV
Prima di diventare papa, Robert Prevost ha sfidato Trump sull’immigrazione ma ha taciuto su abusi, donne e diritti Lgbt: ora quelle ambiguità lo inseguono.
La biografia pubblica di un papa comincia sempre prima del fumo bianco. Vale anche per Robert Francis Prevost, oggi Leone XIV, che prima di affacciarsi sulla loggia vaticana aveva già tracciato una traiettoria netta sulle questioni che oggi agitano il mondo: le migrazioni, la giustizia sociale, la guerra e il clima. Nessuna di queste prese di posizione — è bene chiarirlo — è automaticamente traducibile in scelte pontificie. Il papato è un ministero, non la continuazione di una linea personale. Ma ignorare il passato sarebbe un modo per disinnescare la forza di questa elezione.
Il cardinale che rispondeva al Vangelo, non a Washington
Prevost è nato a Chicago, ma la sua vocazione ha trovato forma in Perù, tra i migranti venezuelani e le parrocchie marginali. È lì che ha imparato a guardare il mondo dal Sud globale, anche se passaporto e accento raccontano un'altra storia. È stato superiore generale degli agostiniani, poi vescovo di Chiclayo, poi prefetto del Dicastero per i vescovi su nom…
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