È finito l'"end racism" del Super Bowl
La cosiddetta egemonia culturale non è altro che l’ossessiva occupazione di tutti gli spazi, comprese le linee di fondo campo
Martedì scorso la NFL, la lega Usa di football americano, ha annunciato che per la finale del campionato - il Super Bowling - sarebbe cambiato uno degli slogan stampati su quella che viene definita end zone, l'area di meta situata alle due estremità del campo di gioco.
Nelle ultime cinque stagioni campeggiava la scritta “end racism”.







Lo slogan faceva parte dell'iniziativa Inspire Change che la NFL ha lanciato nel 2019, più di due anni dopo che Colin Kaepernick, all'epoca quarterback dei San Francisco 49ers, aveva iniziato a inginocchiarsi durante l'inno nazionale per protestare contro l'ingiustizia razziale e la brutalità della polizia.
A Kaepernick non è andata benissimo. Alla fine della stagione 2016, il suo contratto con i San Francisco 49ers è scaduto e non è stato rinnovato. Da quel momento, nessuna delle altre squadre della NFL lo ha ingaggiato. Alcuni proprietari di squadre e dirigenti della NFL hanno dichiarato pubblicamente che non …
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