Come Israele usa le ONG per isolare Gaza e screditare le Nazioni Unite
GHF e UN Watch, due casi esemplari nella guerra delle narrative. E poi la consueta rassegna stampa.
Nel cuore di Ginevra, tra le sigle delle organizzazioni internazionali e i corridoi dove si negoziano i diritti fondamentali, si è insediato un nuovo attore. Il suo nome è Gaza Humanitarian Foundation, ed è stato registrato il 12 febbraio 2025 con una missione dichiarata tanto generosa quanto sospetta: portare aiuti a Gaza. Il tempismo della fondazione – istituita pochi giorni prima dell’annuncio del piano israeliano per “l’assistenza umanitaria” nella Striscia – non è sfuggito agli analisti. E ancor meno lo sono la sua composizione, le modalità operative, e il contesto in cui si inserisce.
Una fondazione senza umanitarismo
La GHF è composta da figure con background nella finanza, nella sicurezza privata e nel diritto societario. Nessuna esperienza nel campo dell’assistenza umanitaria. A guidarla è David Papazian, ex CEO del fondo sovrano armeno ANIF, affiancato da Loik Henderson, potenzialmente legato a contractor militari statunitensi, e da David Kohler, avvocato esperto in costituzio…
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