Chi l'avrebbe mai detto che ci saremmo appassionati alle elezioni in Groenlandia
L’Artico alle urne: si sceglie tra passato coloniale e futuro incerto
Sarà la globalizzazione - qualsiasi cosa significhi questa parola dopo anni in cui è stata abusata e usata come clava - o sarà per le bizze di Trump ma le elezioni in Groenlandia sono la notizia del giorno. Breve guida per capirci qualcosa di più.
Il sistema elettorale groenlandese
Quarantunomila elettori, appena 31 seggi parlamentari: le elezioni in Groenlandia adottano un sistema proporzionale puro. Gli elettori groenlandesi esprimono il loro voto per uno dei partiti politici che competono sull’isola, e i seggi vengono assegnati proporzionalmente sulla base dei voti ottenuti. Chi ottiene la maggioranza o riesce a formare una coalizione stabile riceve l'incarico di formare il governo.
Il rapporto complesso con la Danimarca
Le urne aperte fino alle 22 italiane decideranno molto più che un governo locale: diranno se il Paese intende accelerare verso una completa sovranità, interrompendo definitivamente una relazione politica complessa che lo lega alla Danimarca. Il legame con Copenaghen è infatti caratterizzato da una sovranità limitata: dal 1979 la Groenlandia gode di ampia autonomia interna, ulteriormente rafforzata dalla legge del 2009 che permette formalmente la possibilità di indire un referendum sull’indipendenza. Tuttavia, la Danimarca mantiene il controllo diretto su questioni cruciali come politica estera e difesa, e fornisce annualmente alla Groenlandia oltre 550 milioni di euro in sussidi, pari a quasi un quinto del Pil groenlandese. Questo rapporto genera da decenni tensioni politiche e sociali, complicate da scandali coloniali e discriminazioni
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