Benvenuti nell'era dell'espansione territoriale
Non solo Putin e Trump: il vero dominatore del mondo sarà il clima
La guerra per la terra non è mai finita. Solo che per qualche decennio ci siamo illusi che la stabilità delle frontiere fosse una certezza, un pilastro intoccabile dell'ordine mondiale. Non lo è mai stata. E adesso, mentre il clima ridefinisce il concetto stesso di abitabilità, il grande gioco dell'espansione territoriale torna a essere l'inevitabile motore della geopolitica. Non più solo per le mire imperialiste dei singoli leader, ma per una necessità strutturale che ridisegnerà il pianeta. E lo farà con una brutalità che ancora fingiamo di non vedere.
Il clima come detonatore geopolitico
Il paradigma che abbiamo conosciuto nel Novecento si sta sgretolando. Dopo la Seconda guerra mondiale, la comunità internazionale ha imposto un freno all'espansionismo attraverso trattati, alleanze e deterrenza militare. La conquista di nuovi territori era diventata l'eccezione, non la regola. Ma la storia insegna che le parentesi di equilibrio sono sempre temporanee. Il ritorno delle annessioni, dichiarate o striscianti, segna un cambiamento epocale: l'aggressione russa in Ucraina, il corteggiamento di Trump verso la Groenlandia, la militarizzazione del Pacifico da parte della Cina, tutto converge verso una tendenza chiara. E c'è un fattore che amplifica la portata del fenomeno: il cambiamento climatico.
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