“AssessorA? Perché non dentisto o pediatro?”: quando l’ignoranza diventa un boomerang linguistico
Quando la lingua italiana diventa strumento di inclusione e perché le parole, prima di essere discusse, devono essere comprese
C’è qualcosa che non smette mai di stupirmi ed è il coraggio con cui certi politici si lanciano in dissertazioni linguistiche senza aver mai aperto un manuale di grammatica. Questa volta tocca a Elena Chiorino, assessora di Fratelli d’Italia, che con il tono di chi pensa di aver trovato la falla nella logica del mondo si domanda: “Perché mi chiamate assessorA? Per coerenza perché non dite dentisto o pediatro?”.
La frase, al netto della leggerezza, è una finestra aperta su una profonda ignoranza delle regole della nostra lingua. E dato che qui, su questa newsletter, ci piace scavare un po’ più a fondo e non fermarci al primo strato, oggi vi accompagno in un viaggio dentro le pieghe della lingua italiana. Non per fare accademia ma per capire insieme perché “assessora” è corretto e “dentisto” no. E perché queste affermazioni, così apparentemente innocue, finiscono per svelare molto più di quanto chi le pronuncia vorrebbe.
Le regole non sono un’opinione
Partiamo dal principi…
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