A proposito di quelli che si ritengono "la nazione"
«Indagarmi è un danno alla nazione. Questo mi manda ai matti»
«Indagarmi è un danno alla nazione. Questo mi manda ai matti». Ieri Giorgia Meloni è tornata per l’ennesima volta sul cosiddetto caso Almasri, il capo della polizia libico ritenuto torturatore dalla Corte penale internazionale non arrestato e riaccompagnato a Tripoli con un volo di stato dal governo italiano.
Che la presidente del Consiglio abbia intravisto una possibilità di vittimismo nell’iscrizione nel registro degli indagati l’abbiamo scritto ieri qui. Per attuare una politica basata sulla vendetta c’è bisogno ogni giorno di un nuovo nemico e il procuratore Lo Voi è capitato a fagiolo per rifocillare la combustione.
L’ulteriore passo nelle parole della presidente del Consiglio sta tutto nella sua identificazione nella nazione. Lei è l’Italia e quindi chi vuole male a lei è un nemico della patria: accade con noi giornalisti quando critichiamo alcune scelte governative o approfondiamo punti oscuri; accade con i partiti di opposizione quando non applaudono le sue riforme; accade con gli intellettuali quando codificano l’ipocrisia di alcune sue azioni; accade ovviamente con un procuratore che compie la dovuta azione conseguente a una denuncia ritenuta non priva di fondamento.
Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente sottolineato l'importanza dello studio della storia nelle scuole italiane, annunciando diverse iniziative per rafforzarne l'insegnamento. In una lettera a La Stampa, ha dichiarato di aver istituito un gruppo di lavoro per rivedere le Indicazioni nazionali di storia, con l'obiettivo di includere anche gli eventi dell'ultimo dopoguerra, ritenuti fondamentali per formare cittadini consapevoli.
Ha ragione Valditara. Conoscere la storia è fondamentale per cogliere la ripetizione di alcuni atteggiamenti e per valutarne le radici, gli effetti e il valore. Vediamola, la storia.
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Diario di bordo - di Giulio Cavalli per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.