2,9 milioni di morti in più

La grande ritirata: come l’Occidente condanna milioni di persone all’HIV. E poi la consueta rassegna stampa.

Nel silenzio delle diplomazie e tra le pieghe dei bilanci, si consuma una strage annunciata. Gli Stati Uniti, insieme a Regno Unito, Francia, Germania e Paesi Bassi, hanno deciso di tagliare i fondi destinati alla lotta contro l’HIV nei Paesi a basso e medio reddito. Il risultato? Tra 770mila e 2,9 milioni di morti in più entro il 2030. A stimarlo è uno studio pubblicato su The Lancet HIV, che analizza l’impatto della riduzione dei finanziamenti internazionali sulla prevenzione, il test e la cura dell’infezione da HIV. Una previsione che dovrebbe scuotere governi e istituzioni, ma che invece passa sotto silenzio nei salotti della politica internazionale.

A guidare la fuga è Washington: il 20 gennaio 2025, l’amministrazione statunitense ha interrotto di colpo i finanziamenti del piano presidenziale per l’Aids (PEPFAR), lasciando al buio sistemi sanitari interi che, da vent’anni, dipendevano da quei fondi. A cascata, anche gli altri grandi donatori hanno seguito la stessa traiettoria. Il Regno Unito ha ridotto l’aiuto pubblico allo 0,3% del reddito nazionale lordo. La Francia ha tagliato un miliardo di euro. La Germania e i Paesi Bassi hanno fatto lo stesso. Il risultato? Una riduzione del 24% dei finanziamenti globali all’HIV entro il 2026. In tutto questo, l’Italia non c’è. Non compare tra i donatori principali, non ha assunto impegni significativi recenti e continua a rimanere ai margini della cooperazione sanitaria internazionale.